COSA FARE IN CASO DI TERREMOTO: le domande più frequenti

Qual’è la definizione di terremoto?
Un terremoto (dal latino terrae motu ossia movimento della terra) è un rapido movimento della
superficie terrestre dovuto al brusco rilascio dell’energia accumulatasi all’interno della Terra
in un punto ideale chiamato ipocentro o fuoco. Il punto sulla superficie della Terra, posto
sulla verticale dell’ipocentro è detto epicentro.

Come ci si difende dai terremoti?
I terremoti non si possono evitare. L’unica arma per la riduzione del rischio sismico è la prevenzione, che comprende: fare una completa classificazione sismica dei Comuni; costruire seguendo precise norme tecniche antisismiche; adottare comportamenti corretti e realizzare piani di emergenza comunali necessari per organizzare un tempestivo soccorso alla
popolazione colpita.

Come mi comporto durante un terremoto?
Di seguito vengono elencate alcune regole di comportamento generali:
a) Se vi trovate in casa cercate riparo in prossimità di strutture sicure e solide (per esempio sotto un tavolo o sotto il vano delle porte) evitando di uscire per le scale o con l’ascensore ed aspettate la fine della scossa.
b) Se vi trovate all’aperto, rimanete in luoghi sicuri, dove cioè non ci sono strutture, edifici, alberi o linee elettriche che potrebbero crollare.
c) Se viaggiate in automobile fermarvi in un luogo sicuro (non sotto un albero, su o sotto un ponte) e rimanete all’interno dell’auto finché il terremoto è passato.
d) Se vi trovate in montagna, osservate i dintorni, riparatevi da caduta massi, frane o alberi che possono cadere.
e) Se vi trovate al mare allontanatevi dalla spiaggia, potrebbe verificarsi un maremoto o tsunami.
f) Se vi trovate in barca allontanatevi dalla costa, le onde di maremoto non sono praticamente avvertibili al largo.

Dove e perchè si verificano i terremoti?
I terremoti si concentrano in genere in zone ben delimitate.
Con la teoria della tettonica a placche è stata data una spiegazione della distribuzione degli eventi sismici e dei vulcani, e di alcuni fenomeni morfologici come la formazione delle grandi catene montuose.
Questa teoria afferma che i terremoti tendono in genere a concentrarsi lungo i margini tra le diverse placche (o zolle) componenti lo strato più superficiale del nostro pianeta (la litosfera). I terremoti possono verificarsi in prossimità di vulcani attivi e di catene montuose di recente formazione.
Anche la sismicità della penisola italiana presenta una sua caratteristica distribuzione interpretabile con la teoria della tettonica a placche. La penisola italiana, come tutto il bacino del Mediterraneo, è interessata da un’intensa attività sismica che si verifica in aree che sono state identificate secondo tale teoria come sede di equilibri dinamici tra la zolla Africana e quella Eurasiatica. In particolare si ha una notevole attività sismica lungo la catena appenninica e l’arco calabro, ossia in corrispondenza delle strutture che sono state identificate come zone di interazione tra la zolla Africana e quella Eurasiatica.

Quando la scossa è finita, è finito anche il terremoto?
Questo è impossibile dirlo. Spesso ci sono altre scosse più piccole, dette repliche.
Altre volte possono arrivare anche scosse più grandi. Nel dubbio, bisogna stare molto molto attenti e continuare a comportarsi in modo calmo e responsabile. Sì, perchè i danni provocati dal terremoto richiedono spesso soccorsi, organizzazione e molto lavoro.
Si può dire che la parte difficile comincia ora:
1. Finita la scossa, uscire in strada con calma. Indossare le scarpe per non ferirsi i piedi con i vetri rotti.
2. Uscendo di casa chiudere gli interruttori generali del gas ed elettricità, per sicurezza.
3. Soccorrere chi è in difficoltà, ma non muovere i feriti gravi.
4. Raggiungere uno spazio aperto lontano da edifici pericolanti.
5. Non curiosare in giro! Seguire le istruzioni del piano di emergenza e le indicazioni della Protezione civile.
6. Telefonate solo in caso di stretta necessità, per non intasare le linee.
7. Non usare l’auto mobile per non intralciare i soccorsi.

Cosa succede alle case durante il terremoto?
Quando la terra scuote, scuotano anche le case! Il problema: ce la faranno ad arrivare in fondo alla scossa ancora in piedi?
Il fatto è che molte case, specialmente le più vecchie, sono state costruite per resistere a pesi e spinte verticali ma un terremoto le scuote anche in senso orizzontale.
Se una casa non è stata progettata per resistere a queste forze laterali, allora può crollare come un castello di carte. La tua sicurezza dipende soprattutto dalla casa in cui abiti, informati su come e quando è stata costruita.

Come posso riconoscere un muro maestro dove viene suggerito di ripararsi in caso di terremoto?
Per sapere quale muro è portante bisognerebbe conoscere come è costruito l’edificio. In assenza di questo può aiutare il fatto che i muri esterni sono sempre portanti negli edifici in muratura e sono comunque più resistenti negli edifici in cemento armato.
Per quelli interni può aiutare lo spessore: muri più larghi sono più resistenti (anche se non portanti).
Conviene quindi, come suggerimento generale, raggiungere il muro nel quale è ricavata la finestra e, se la stanza ha due muri esterni, l’angolo fra questi, infatti i muri d’angolo, intersezione di muri con direzioni diverse, irrigidiscono tutta la parete.

Quanto dura un terremoto?
La durata della percezione di un terremoto dipende dalla magnitudo dell’evento, dalla distanza dell’epicentro e dalla geologia del suolo sul quale ci si trova. Lo scuotimento in un sito costituito da sedimenti incoerenti può durare tre volte di più che in un sito compatto. Nel caso in cui il sisma sia avvertito all’interno di un edificio, l’altezza dello stabile e la tipologia edilizia influenzano fortemente l’intensità e la durata della percezione dell’evento. In genere i terremoti di bassa intensità sono percepiti per pochi secondi mentre i forti lo sono per meno di un minuto.

Esiste un modo per sapere dove, quando e con che intensità si verificano i terremoti?
Un catalogo aggiornato di epicentri e magnitudo si trova in:
http://ingvterremoti.wordpress.com

A partire da quale magnitudo vengono percepiti i terremoti?
In generale vengono percepiti terremoti a partire da una magnitudo 2.5, se ci si trova in vicinanza dell’ epicentro, e a partire da 3 se ci si trova un po’ piú lontani.
Terremoti di magnitudo tra 4 e 5 si sentono fino a 200 km di distanza e a partire da 5 anche a diverse centinaia di chilometri.

Il terremoto è prevedibile?
Prevedere un terremoto significa sapere in anticipo DOVE avverrà, QUANDO avverrà QUANTO sarà forte.
Allo stato attuale delle conoscenze, la previsione dei terremoti non è possibile. Quello che possiamo prevedere è, in molti casi, DOVE e QUANTO forti potranno essere i futuri terremoti di una regione, ma non sappiamo dire con esattezza QUANDO.

Si possono prevedere terremoti sulla base del comportamento di animali?
Alcuni animali sono sicuramente più sensibili delle persone, però anche loro possono solo sentire cose che si possono anche misurare fisicamente. Finora ne misurazioni fisiche, ne l’osservazione di animali hanno portato a delle previsioni attendibili.

Ci sarà un nuovo terremoto nella provincia di Macerata?
Lo stato attuale delle conoscenze non consente di stabilire quante scosse e di quale intensità potranno ancora interessare la stessa area. Si ricorda che forti terremoti sono comunemente accompagnati da altre scosse, ma ogni previsione che indichi con precisione data, ora e luogo, e magnitudo di futuri eventi è priva di ogni fondamento.
Nelle zone interessate dagli eventi maggiori, la sismicità, nella fase attuale, sta lentamente decrescendo, cioè le scosse di assestamento stanno diminuendo in numero e dimensione, ma non è possibile stabilire con certezza quale sarà l’evoluzione dei fenomeni.
La Commissione Grandi Rischi, settore rischio sismico, in un documento presentato al Dipartimento della Protezione Civile e al Governo, ha nuovamente ribadito che i terremoti non possono essere previsti.
La Commissione ha dichiarato anche che nel caso si riacutizzasse l’attività sismica nell’area già interessata dalla sequenza in corso, essa si concentrerebbe con maggiore probabilità nelle zone già colpite.
Infine, con riferimento alla possibilità di prevedere terremoti, si ricorda che gran parte del territorio nazionale è caratterizzato da pericolosità sismica e che quindi non si può escludere che in qualsiasi momento possano verificarsi terremoti anche di forte intensità in altre aree del Paese.

Cosa vuol dire “significativa probabilità”?
Questa espressione è riferita al documento presentato dalla Commissione Grandi Rischi relativo all’attività sismica in corso in tutto il Centro Italia. In tale specifico contesto la Commissione valuta che, allo stato attuale delle conoscenze, se l’attività sismica – che nella fase attuale sta lentamente decrescendo – dovesse intensificarsi nelle zone già colpite dal terremoto, e la struttura da cui sta avendo origine la sequenza in corso dovesse nuovamente causare forti terremoti, ciò accadrebbe con maggiore probabilità nel settore orientale rispetto ai settori centrale e occidentale.

Che cosa devo fare? Devo lasciare la mia casa?
Per prendere questa decisione è necessario che lei sappia come è stata costruita la sua casa. Se è stata progettata e realizzata con criteri antisismici o se sono stati fatti interventi per renderla più resistente, può ritenere che la sua abitazione sia sicura.
Se invece non conosce come è stata progettata e realizzata, se la sua abitazione ha già subito danneggiamenti in conseguenza dell’attività in corso, se non si sente al sicuro le consigliamo di rivolgersi a un tecnico di fiducia o al suo Comune per chiedere una verifica. Se necessario, se non trova ospitalità da parenti o amici, si provvederà a offrirle una sistemazione alloggiativa alternativa.

Lavoro in un’azienda in provincia di Macerata. A chi posso chiedere se la struttura in cui lavoro è sicura?
Per avere informazioni sulla sicurezza dell’edificio in cui lavora, deve rivolgersi al responsabile della sicurezza della sua azienda che è a conoscenza delle caratteristiche strutturali dell’edificio. Nella maggior parte dei casi il responsabile della sicurezza coincide con il datore di lavoro. È infatti responsabilità del titolare dell’attività produttiva richiedere la verifica di agibilità della struttura a squadre di tecnici specializzati, nel caso in cui le strutture presentino crepe o lievi danneggiamenti.

Riccardo

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