Grazie alla SIAE niente Centro Antiviolenza a Porto Recanati.

Valentina Lucchetti, questo il nome della ragazza che si è impegnata a realizzare un evento musicale per raccogliere i fondi necessari all’apertura di un Centro Antiviolenza che avrebbe dovuto accogliere le vittime di Porto Recanati.

Il lavoro di Valentina aveva portato buoni risultati grazie alla generosità dei Porto Recanatesi, tuttavia lo spettacolo messo in piedi per l’occasione non è stato apprezzato dalla SIAE che in tasse si è mangiata il 90% del ricavato (sostenendo una presenza di 1000 persone, a fronte di una reale partecipazione di appena 150, nell’orario di punta).

Da quì lo sfogo di Valentina che scrive su Facebook:
“La prossima volta brani da 20″, così ne suoneremo a migliaia senza dover pagare la SIAE.
Le mie scuse… insomma succede che… organizzi un evento di sensibilizzazione a scopo benefico, ti sbatti ma con gioia, metti su un trio acustico in 20 giorni, chiedi permessi a destra e a manca, ordini gadget personalizzati, stressi l’anima a chiunque – che dopo un tot di telefonate inizi pure a sentirti inopportuna – fai le ore piccolissime, salti i pranzi e pure le cene (poi ti ingozzi di cookies alle 3 di notte), coinvolgi nella realizzazione un gran numero di persone con la consapevolezza di non poter dar loro nulla in cambio… Ma ‘evento va alla grande, torni a casa contenta, hai scosso parecchie coscienze, forse, e hai raccolto più di quanto prevedessi. Yuppy!!! Bello, bellissimo, tutto molto bello. Fino a che non realizzi che di tutta la generosità dei benefattori ti resta meno del 10%… e che, a conti fatti, il maggior beneficiario è… rullo di tamburi… la S.I.A.E. – evviva!!! – che ha magnanimamente calcolato un’affluenza/capienza di 1000 (mille) persone, ad un concertino molto soft su un palco di 3m x 4m, alto appena 40cm. Concertino la cui fruibilità si sarebbe estesa – secondo le tabelle tariffarie a cui obbediscono – alle vie cittadine, quando l’amplificazione copriva un raggio di si e no 20 metri. Ma proprio si e no. Non importa se l’evento è benefico! Si paga lo stesso. Insomma la prossima volta m’affitto lo stadio del Conero. A corti discorsi, sento di dovermi scusare anche a nome ‘loro’ poiché i soldi che avete tanto empaticamente donato basteranno, credo, solo per l’allaccio di una linea telefonica. Ed è così che, cariche di stizza e dispettose quanto il caso richiede, ci accingiamo al pagamento in spiccio letti picculi/picculi, ovvero centinaia e centinaia di euro in monetine, le stesse che voi donatori avete elargito, cosicché si rendano conto che stanno usufruendo di speranze più che di soldi”.