I Portorecanatesi e la graziella

La bicicletta e i Porto Recanatesi

La storia di questo paese ne ha viste tante, ha visto passare inesorabili gli anni, le persone, le mareggiate, i tempi belli e quelli brutti ma una cosa e’ rimasta indelebile nel tempo quasi come se funzionasse in maniera perfetta. Una corona che grazie al pedale muove la catena e fa girare la ruota, e’ chiaro no’ , sto’ parlando della bicicletta, il vero e unico mezzo di trasporto che per i Porto Recanatesi e’ stato, nonostante tutto, intramontabile. Quante foto in bianco e nero, dei paesani dell’epoca che fu’, i pescatori, gli operai del cementificio, i ricchi , i poveri , i vecchi e i giovani insomma tutti con la bicicletta. Quella vecchia , nera e pesante, con i freni a “bacchetta” per chi se li poteva permettere e senza i freni per tutti gli altri, ma comunque  una invenzione geniale che permise lo spostamento in questo  paese quando la macchina era ancora un concetto astratto per le classi meno agiate. Lo sviluppo economico ha poi portato ad un’importante diffusione dell’ automobile, che ha in gran parte soppiantato l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto.

foto bici portorecanati vintage

Palestrini Giovanni, saluta scherzosamente, Angelo Michelini, contabile del Cementificio, che si presta a sollevare la barriera all’uscita dallo stabilimento.  Fonte: portorecanatesi.it
vigili in bici vintage
Estate 1962 – Via Rossini – zona sud ex cementificio : In sella alla bicicletta con indosso la bianca divisa estiva, le Guardie municipali (come un tempo venivano chiamati i vigili urbani) effettuano servizio di vigilanza all’interno del territorio comunale. Fonte: dal libro «Porto Recanati nostro …” di Antonio Galieni,

L’INVENZIONE DELLA BICI PIEGHEVOLE  E L’ ERA DELLA  GRAZIELLA

Il britannico William Grout sviluppò la prima “bicicletta pieghevole” e smontabile e la fece brevettare nel 1878. Nel 1896 fu’ brevettato il “Faun”, una bicicletta di sicurezza con il classico telaio “a diamante” (la forma primitiva della moderna bicicletta). Dall’inizio del XX (ventesimo) secolo  l’esercito europeo mostrò interesse nelle biciclette pieghevoli e scatenò lo sviluppo di diversi modelli. Per quanto riguarda l’Esercito Italiano la loro grande diffusione avvenne nel 1912, quando la Bianchi vinse la gara d’appalto per la fornitura al corpo dei “Bersaglieri Ciclisti” con un modello pieghevole “tecnologicamente” molto avanzato, del peso di 14 kg e dotato di ammortizzatori anteriori e posteriori, oltre alle cinghie per il trasporto a spalla.

bersaglieri con graziella  anno 1912

 Foto del 1912 : Bersaglieri con bici pieghevole Bianchi (mod. 1912), durante la Prima guerra Mondiale. fonte: Wikipedia

Nel campo civile ci furono tra gli anni 20 e gli anni 40 diverse biciclette pieghevoli a ruote piccole come la “Petit Bi” francese (con parecchie somiglianze con le biciclette pieghevoli degli anni 70). Anche l’Italia fu all’avanguardia nello sviluppo delle biciclette pieghevoli. Col passare degli anni, l’ombra della grande guerra alle spalle, una situazione economica piu’ stabile e la circolazione delle automobili, l’uso della bicicleta perse il suo compito più”COMUNE” ovvero quello destinato al trasporto come unico mezzo a disposizione e  segui’ le mode e gli stili delle varie epoce diventando un mezzo piu’ elaborato e ricercato.  La bici divento’  un simbolo e a cavallo delle mode muto’ le dimensioni, i modelli, gli accessori,  e nei gloriosi anni 60′ arrivo’ la mitica “bicicletta pieghevole” che tutti conosciamo, la Graziella!!!!

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foto pubblicitaria  tra la meta’ degli anni 60 e 70. fonte: miticagraziella.wordpress.com

LA STORIA

La Graziella fu una bicicletta pieghevole disegnata da Rinaldo Donzelli ideata nel 1961 e prodotta a partire dal 1963/64 dalla fabbrica Teodoro Carnielli di Vittorio Veneto. Divenne molto popolare in Italia, situandosi fra le icone del made in Italy degli anni 60. Pubblicizzata come “la Rolls Royce di Brigitte Bardot“, anche il grande e virtuoso artista Salvador Dali’ si fece immortalare al fianco del suo mezzo a pedali, contribuendo in maniera decisiva a rivoluzionare la percezione comune della bicicletta, che fino agli anni 50 era considerata solo come attrezzatura sportiva o come mezzo di trasporto “povero”.  Negli anni del boom economico divenne invece uno status symbol della nuova gioventù benestante. Era strutturata senza canna orizzontale, con cerniera centrale, piccole ruote, sella e manubrio smontabili. Nel 1971 subì un restyling in cui venne aumentato il diametro delle ruote e furono aggiunti particolari come il portapacchi in tinta.

La Graziella fu prodotta fino alla fine degli anni ottanta. I modelli originali sono oggetto di collezionismo e modernariato. Purtoppo la Carnielli Fitness a seguito della crisi globale dal 2013 vive un periodo di gravissima crisi, rischia di chiudere occhi e ciclo produttivo, insomma un altro pezzo di storia italiana che rischia di scomparire definitivamente. Da alcuni anni questo “Brand” e’ tornato sul mercato aggiornandosi e rinnovandosi con un  servizio di marketing promozionale molto attivo . La Bottecchia Cicli è oggi artefice del rilancio sul mercato della Graziella, l’unica ed originale bicicletta pieghevole che è entrata nella storia dagli anni ’60.
Il nuovo modello conserva il fascino ed i valori che hanno contraddistinto la mitica Graziella, in un progetto made in Italy unico ed innovativo.  per chi volesse visionare il sito lo trova qui’ : www.lagraziella.com

oppure puo’ farsi un’idea di quanta passione e seguito abbia avuto tra i suoi ” ULTRA’ ” qui : miticagraziella

graziella2 vip

Naturalmente io ho preso come esempio la “Graziella” per l’ originalita’ del brand e la sua maggiore diffusione, ma bisogna ricordare che molte altre case produttrici di biciclette italiane produssero la “bici pieghevole” che sulla scia di questo strepitoso successo divennero ben presto agguerrite rivali della Graziella, riproponendone la linea in chiave più essenziale e ad un prezzo decisamente inferiore.

  • Cicli Cinzia  nasce nel 1967  ad  opera  di  Giuseppe  Bombi  e  Severino Maccaferri
  • Atala s.p.a
  • Legnano (Purtroppo il sito della Legnano non c’ è in quanto il marchio Legnano è stato rilevato dalla Bianchi, che oggi continua a produrre una linea di biciclette da corsa “Legnano”)
  • L’Aurelia ( Dino Aurelia) ad oggi ha cambiato il nome in Dino Bikes
  • la Bianchi  che nel 2015 compie 130 anni, AUGURI!!!
  • Bici Simona (sito introvabile, non penso esista ancora)
  • la Girardengo che prende il nome dal grande campione di ciclismo e fondatore (appunto Costante Girardengo) che negli anni 40 crea l’azienda che agli inizi del 2000 purtroppo fallisce.   Acquistata  Nel 2005 dai F.lli Masciaghi che  hanno acquistato il prestigioso marchio  creando un nuova “Gamma di Biciclette” da affaincare alle già esistenti.
  • la Olmo fondata del ciclista Giuseppe Olmo
  • la Gerbi, Il marchio della Cicli Gerbi, come tanti è stato rilevato. Prende il nome da un ciclista degli anni 40  e in seguito  fondatore Giovanni Gerbi di Asti fu’ soprannominato “IL DIAVOLO ROSSO” vincitore del giro di lombardia  ma poi squalificato per i trucchi messi in atto ai danni dei Francesi.

Penso ci siano altre case produttrici di biciclette e nello specifico di quelle “pieghevoli” ma al momento non riesco a ricordare e penso di essere troppo giovane per farlo. La Graziella o Bici Pieghevole riamane comunque un simbolo della storia del ciclismo europeo, italiano ma sopprattutto Portorecanatese, ad oggi moltissimi anziani tramandano la propria bicicletta ai “Nepoti” e la tengono con una cura maniacale, piu’ che veritiero quindi il termine “va’ a ruba”. Una passeggiata per il lungo mare spensierata da soli o in compagnia, andare a fare una commissione in comune o alle poste, andare a fare la spesa da Zippilli, con la Graziella e’ praticamente una passeggiata.

6     Certificato vintage con annesso numero telaio e numero di produzione

 

logo_graziella_vintage logo originale della Bottecchia ripreso dalla Carinelli

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spot anni 70

spot su rivista vintage

spot illustrato su rivista anni 70

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in questa foto  viene mostrato il vantaggio della caratteristica  “pieghevole”. Si poteva portare in macchina in treno e anche in barca.

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spot anni 60/70

 

le mie pieghevoli

eccoci a Porto Recanati con  le mie due bici pieghevoli restaurate con passione e con qualche “tocco” personale.

e le vostre?

Honolulu

La vita comincia dove finisce la paura (Osho)