Intitolata alla Partigiana Irma Bandiera un’area pubblica
L’Amministrazione comunale di Porto Recanati ha deliberato lunedì scorso di intitolare un’area pubblica alla patriota Irma Bandiera (Bologna, 08/04/1915 – 14/08/1944). L’area in questione, situata tra Via Campanella a sud e Via Vittorio Veneto a nord, “attualmente priva di denominazione toponomastica” come riportato nell’atto deliberativo, sarà dedicata a Irma Bandiera in occasione dell’80º anniversario della sua morte, il 14 agosto 2024. Irma Bandiera, conosciuta come “Mimma”, fu una partigiana decorata con la medaglia d’oro al Valor Militare alla memoria. Operò nella 7ª Brigata GAP di Bologna Garibaldi “Gianni” distinguendosi per il suo coraggioso ruolo di staffetta partigiana.
Chi era Irma Bandiera
Irma Bandiera nacque l’8 aprile 1915 in una famiglia benestante di Bologna. Dopo l’armistizio, iniziò ad aiutare i soldati sbandati e si avvicinò alla politica aderendo al Partito Comunista. Entrò nella Resistenza con il nome di battaglia “Mimma”, operando nella VII brigata GAP Gianni Garibaldi di Bologna. La sera del 7 agosto 1944 venne arrestata.
Sottoposta a feroci torture dai fascisti della Compagnia Autonoma Speciale, resistette senza parlare per sette giorni e sette notti, proteggendo così i suoi compagni partigiani. Fu fucilata il 14 agosto nei pressi della casa dei suoi genitori.
Renata Viganò scrisse: “Lei moriva – l’avevano ammazzata inutilmente, chiudeva gli occhi con gioia, dopo tanto male, e non aveva detto niente. Si trovavano con questo cadavere di ragazza, non sapevano dove metterlo, un dolce corpo giovane, un bel viso morto. Non sapevano più cosa farsene, adesso; l’avevano ammazzata a furia di torturarla, lei non aveva detto niente. La più ignominiosa disfatta della loro sanguinante professione si chiamava Irma Bandiera”.
Due giorni dopo il suo assassinio, Bologna si riempì di fogli battuti a macchina che iniziavano così: “Cittadini di Bologna, la valorosa staffetta della 7a brigata Gap di Bologna, Irma Bandiera, è stata barbaramente assassinata dagli aguzzini nazifascisti”.
Alla sua memoria fu intitolata la Prima Brigata Garibaldi Irma Bandiera, che operò a partire da quell’estate nel bolognese. Così, quell’assassinio, compiuto anche per scoraggiare pericolosi tentativi di emulazione, finì per produrre l’effetto contrario. Alla fine della guerra, Mimma fu decorata con la Medaglia d’Oro al Valor Militare, insieme ad altre 18 partigiane.
La motivazione alla Medaglia recita: “Prima fra le donne bolognesi a impugnare le armi per la lotta nel nome della libertà, si batté sempre con leonino coraggio. Catturata in combattimento dalle SS tedesche, sottoposta a feroci torture, non disse una parola che potesse compromettere i compagni. Dopo essere stata accecata fu barbaramente trucidata e il corpo lasciato sulla pubblica via. Eroina purissima degna delle virtù delle italiche donne, fu faro luminoso di tutti i patrioti bolognesi nella guerra di liberazione”.
Marisa Rodano affermò: “È nella Resistenza che le donne italiane, quelle di cui Mussolini aveva detto ‘nello stato fascista la donna non deve contare’; alle quali tutti i governi avevano rifiutato il diritto di votare, la possibilità di partecipare alle decisioni da cui dipendeva il loro destino e quello dei loro cari, entrano impetuosamente nella storia e la prendono nelle loro mani. Nel momento in cui tutto è perduto e distrutto – indipendenza, libertà, pace – e la vita, la stessa sussistenza fisica sono in pericolo, ecco le donne uscire dalle loro case, spezzare vincoli secolari, e prendere il loro posto nella battaglia, perché combattere era necessario, era l’unica cosa giusta che si poteva fare”.
Irma combatté e morì, ma nel farlo vinse, lasciando un sorriso bellissimo consegnato alla storia. Un sorriso che non si spegne, ma che impone coraggio e impegno, spronando tutti a continuare a sperare e lottare. Perché, soprattutto per le donne, la Resistenza continua.