La risposta del Ministero della Salute a Degaetano sulla questione dei Pidocchi
Sulla questione dei pidocchi (peduculosi) il signor Angelo Degaetano, uno dei tanti genitori preoccupati per i frequenti casi di contagio di pidocchi all’Istituto E.Medi, ha ingaggiato, negli ultimi mesi, una vera e propria battaglia contro chi dovrebbe intervenire e non fa nulla, rivolgendosi alla dirigenza della Scuola “E.Medi”, al Sindaco e a tutti gli enti preposti alla tutela sanitaria o di vigilanza come ad esempio il Dirigente responsabile dell’Asur Marche, il Ministero della salute, l’Uff. Scolastico reg. Marche ecc.
A tal proposito, di seguito è riportata la risposta che il Ministero della Salute ha dato al Sigonr Degaetano:
“La Circolare del Ministero della Salute n.4 del 13 marzo 1998 scrive il direttore generale dott. Raniero Guerra a Degaetano- Misure di profilassi per esigenze di sanità pubblica. Provvedimenti da adottare nei confronti di soggetti affetti da alcune malattie infettive e nei confronti di loro conviventi o contatti, nel caso di infestazione da pediculosi prevede la riammissione a scuola subito dopo il trattamento antiparassitario e la sorveglianza sanitaria di conviventi e di contatti per l’identificazione di altri casi di parassitosi ed eventuale, conseguente trattamento disinfestante ( ….in caso di infestazioni da P. humanus capitis, restrizione della frequenza di collettività fino all’avvio di idoneo trattamento disinfestante, certificato dal medico curante….).
Per esemplificare: se a scuola, sul capo del bambini, vengono riscontrati i pidocchi, il bambino può restare in classe fino alla fine delle lezioni; i genitori andranno informati e riceveranno una lettera in cui verranno spiegate le modalità del trattamento (verrà inoltre spiegato ai genitori che il bambino potrà tornare in classe non appena avrà ricevuto il primo trattamento).
Non ha alcun razionale medico escludere dalla scuola il bambino; anche l’American Academy of Pediatrics scoraggia la “politica” dell’esclusione scolastica. Le famiglie dei bambini che frequentano la classe nella quale è stato individuato il caso dovrebbero essere informate circa la diagnosi e il trattamento dell’infestazione da pidocchi e sul fatto che i loro figli non corrono alcun rischio di contrarre patologie infettive gravi. Quindi, il giorno della diagnosi, il bambino può restare in classe, ma gli si dovrebbe spiegare di evitare di stare a diretto contatto con gli altri bambini, cercando, possibilmente, di mantenere il massimo riserbo, per evitargli imbarazzo. I genitori del bambino dovrebbero essere informati nella stessa giornata. Sarebbe prudente controllare tutti quei bambini che sono stati a più stretto contatto con il “caso indice” o comunque si dovrebbero invitare i loro genitori a farlo a casa ed eventualmente invitarli a trattare i propri figli in maniera adeguata prima del loro ritorno a scuola il giorno dopo.
Per il rientro a scuola: un bambino può rientrare a scuola dopo esser stato sottoposto ad adeguato trattamento e su presentazione di certificato del medico curante e/o del servizio pubblico. Pur nella consapevolezza che nei nostri climi il pidocchio non è capace di trasmettere alcuna malattia, è necessaria una sinergia d’azione tra azienda Usl, scuola, pediatra di libera scelta e famiglia per sconfiggerne la diffusione. L’assenza dei bambini dalle scuole e, conseguentemente, dei loro rispettivi genitori dal posto di lavoro è spesso ingiustificata (si ricorda che la circolare già citata prevede la riammissione a scuola subito dopo il trattamento antiparassitario); in molte scuole sono adottate erronee politiche di prevenzione dell’infestazione, che costringono gli alunni ad un’assenza spesso eccessiva, oppure comportano un ingiustificato ricorso al trattamento antiparassitario.
Per rispondere, nell’ambito di nostra competenza, alla sua seconda domanda, ribadiamo che la pediculosi, come si può quindi evincere, si pone come problematica più sul piano sociale che non sanitario, in quanto è caratterizzata da una bassa incidenza e non comporta, comunque, diffusione di malattie infettive. La diramazione di raccomandazioni e opuscoli informativi è il mezzo previsto attualmente per la prevenzione dell’infestazione da pidocchi (pediculosi). La difficoltà maggiore, si è spesso notato, consiste nell’azione di convincimento delle poche famiglie che, per vari motivi, non attuano le misure ormai note a tutti; nel caso ciò si verifichi è opportuno interessare del problema, attraverso i Dirigenti scolastici, l’Assistente Sociale della Scuola.
Per la sua terza domanda, si ribadisce che il diritto all’istruzione non è né compromesso, né pregiudicato, dal momento che il minore può restare in classe fino alla fine della lezione ed essere riammesso il giorno dopo (dopo trattamento e presentazione di certificato medico).
Per concludere, ricordiamo che la pediculosi è un problema generalizzato nella maggior parte delle scuole materne ed elementari e non solo all’inizio di ogni anno scolastico.
La pediculosi non è segno di scarsa igiene, né è causata da questa. I pidocchi del capo sono parassiti esclusivamente umani, non possono essere trasmessi da animali e non trasmettono alcuna malattia. Di fatto, la pediculosi è un problema trasmissibile, che viene alimentato da vergogna e ignoranza, mentre una solida e continua sinergia tra scuola e famiglia contribuisce a controllarlo e ad eliminarlo.
L’operatore sanitario, il pediatra di famiglia o il farmacista sono in grado di dare utili informazioni sui prodotti da utilizzare per favorire la disinfestazione, dato che l’uso incondizionato di prodotti specifici non è praticabile, come intervento preventivo. Infatti, non esistono, ad oggi, prodotti in grado di prevenire l’infestazione da pidocchi, né i prodotti usati nel corso di una prima infestazione rendono immuni da una possibile reinfestazione.
Una corretta e mirata informazione e una partecipazione attiva dei soggetti coinvolti (bambini, genitori, pediatra, operatori scolastici, farmacisti) sono misure efficaci per una prevenzione di primo livello.
La invitiamo a consultare, se le occorresse, le seguenti pagine informative, sul sito del Ministero della Salute: