Le considerazioni di Rosalba Ubaldi sul Burchio alle contestazioni delle Minoranza

Alcune considerazioni sul Consiglio Comunale di ieri sera . La nostra è stata una scelta ponderata e decisa tra tutti. Avrebbe illustrato la variante e sarebbe intervenuto solo il sindaco, per due motivi : solo il Sindaco rappresenta senza possibilità di smentita tutta la maggioranza e tutta la maggioranza si riconosce in lui. Inoltre il Sindaco è anche assessore all’urbanistica e quindi la variante è sua competenza. Non va dimenticato che il sindaco è anche ingegnere e quindi ha la competenza anche tecnica oltre che politica dell’argomento. Intervenire in più persone avrebbe significato solo allungare i tempi della seduta senza nulla aggiungere. Ed io mi sento totalmente rappresentata dal sindaco.

Tutti i consiglieri di maggioranza sono stati edotti sui contenuti della variante ed hanno riservato ad essa ogni attenzione, senza dimenticare che i pareri tecnici appartengono ai tecnici e come tali vanno rispettati. E all’interno della maggioranza abbiamo oltre al sindaco anche un consigliere che li ha potuti illustrare. Non va dimenticato che al consigliere, così come ad assessori e sindaco spetta il giudizio politico sull’operazione e tale adesione è stata assoluta anche con i candidati consiglieri non eletti e con i gruppi politici di riferimento. Accusare i consiglieri sulla conoscenza di ciò che si vota è stato come guardare la pagliuzza nell’occhio dell’altro senza vedere il trave nel proprio. Nessun consigliere di maggioranza ha mai votato o voterà per “solidarietà”. Riteniamo, tutti insieme, che sia un dovere di chi amministra perseguire tutte le opportunità per migliorare le condizioni dei propri concittadini, soprattutto in un periodo difficile quale quello che stiamo vivendo. E vogliamo tentare di dare una risposta alla richiesta di aiuto che provengono da settori sempre più ampi della nostra comunità. Vorremmo che i nostri giovani, come ha affermato il nostro capogruppo Pina Citaroni, non siano costretti ad andare a cercarsi da vivere in altri continenti e siamo certi che offrire una nuova opportunità turistica va nella direzione della principale vocazione di Porto Recanati. Così come sappiamo che le tante necessità della città, evidenti a noi come a tutti, possono essere assolte solo in sinergia con il privato che crede nel futuro e nel rilancio del luogo in cui viviamo.
La maggioranza non porta in consiglio nessun atto che non abbia il parere tecnico favorevole, sia che si tratti di commercio, che di bilancio, che di servizi sociali o di urbanistica e non ha mai forzato e mai forzerà nessun parere né mai caccerà o metterà in condizione di andarsene chi ne emetterà uno contrario.

Quella adottata ieri è una nuova variante rispetto a quella di 3 anni fa ed ha preso atto delle limitazioni del PAI che è ancora in fase di adozione. Ma non basta. La maggioranza ha espresso chiaramente nella delibera che, anche al possibile variare della perimetrazione del PAI, qualsiasi intervento nell’area oggi delimitata, potrà essere effettuato solo con una nuova variante, che potrà essere fatta se ritenuta necessaria, se la prima avrà prodotto i suoi effetti positivi, se la riterremo valida per la
città, se, se, se….mille se.

Sotto il profilo tecnico la precedente variante non ha avuto mai alcun rilievo da parte di nessun organo ne tecnico superiore ne giuridico. Quanto sostenuto nel giudizio del Consiglio di Stato è stato un giudizio sul “non aver considerato il gravissimo negativo impatto sul delicato equilibrio del territorio”. A questo riteniamo di aver risposto adeguatamente fornendo molte più informazioni sul territorio, sugli interventi e sulle modalità di intervento, rispetto alla precedente variante. Sostenere che non abbiamo tenuto presente i rilievi del CDS è pura falsità, propria di chi lo afferma. Ogni riga è stata esaminata e ogni affermazione è stata oggetto di attento esame anche avvalendoci di legali. Le puntualizzazioni fatte non sono una censura alla sentenza ma semplicemente una spiegazione ad alcune affermazioni probabilmente male espresse nella precedente procedura. L’intervento della Zoppi mi ha dato l’impressione di essere prodotto a più mani, di presenti e fantasmi del passato. Ieri sera abbiamo avuto prova del solito metodo della intimidazione fino alla diffida (il sindaco ha risposto molto bene“ diffida a chi?”), ricorreremo al TAR, e poi degli amici degli amici che tramite whatsapp hanno invitato i consiglieri di maggioranza a non votare. E l’intimidazione arriva a far dire “costruirete nell’unica zona a rischio” ben sapendo che la zona oggi a rischio, ma dove gli inclinometri da 4 anni non hanno fatto registrare alcun movimento neppure con il terremoto, è totalmente fuori dalla variante e lontana da ogni possibile costruzione. Non siamo a Roma dove il sindaco Raggi ha deciso di realizzare il nuovo stadio della Roma e 500.000 (più o meno) mc in un’ansa del Tevere ad alto rischio esondazione. Da noi si evoca Rigopiano ! Ma qualcuno collega il cervello con la lingua? Evidentemente nessuno è andato a verificare nella relazione geologica quanto viene certificato. Certo, questo non interessa per sostenere cose non vere ed allora nessuno legge.

I soldi investiti dalla Coneroblu dovranno essere esaminati da chi ha il potere di farlo. Lo è stato e lo sarà. In primis la Banca d’Italia e poi le istituzioni preposte. Ci risulta che il sindaco Montali aveva fatto in proposito un esposto al quale era seguita una indagine della GdF su tutte le persone coinvolte nell’operazione. Non ci risulta agli atti alcun rilievo. Ma questo non basterà a chi non ascolta mai quello che non coincide con il proprio pensiero. La prova ? Qualche consigliere molto prima di aver avuto la documentazione (data con moltissimo anticipo) aveva già dichiarato ovunque che avrebbe votato contro. A che serve allora fornire le risposte se la decisione è aprioristica ?

Quella di ieri sera è stata la 1° adozione della variante. Prima della 2° sarà fornita ogni documentazione relativa al ritiro della revocazione presso il CdS ed alla rinuncia ad ogni azione risarcitoria compreso il marciapiede che nessuno può affermare che non esista. La Coneroblu pagherà tutti gli oneri previsti e non potrebbe essere diversamente per nessuno, non solo per la Coneroblu (non si capisce come questo potesse essere inserito nella adozione ) ma questo avverrà nella fase del piano attuativo quando ogni richiesta sarà ricompresa nella convenzione che sarà sottoscritta tra il Comune e la Coneroblu. E’ stato l’avv. Berti a dirci che non potevano essere inseriti nell’adozione della variante i contenuti dell’accordo procedimentale (contenuti aggiuntivi rispetto a quelli dovuti) perché questo aveva ed avrebbe fatto nascere il sospetto che la variante fosse fatta per gli obblighi aggiuntivi rispetto all’interesse pubblico da perseguire nella variante stessa. E sempre l’avv. Berti ci ha detto che tali obblighi aggiuntivi dovevano essere contemplati in una convenzione in fase attuativa. E’ esattamente quello che abbiamo deciso di fare. La Coneroblu ritirerà la richiesta di revocazione e rinuncerà ad ogni possibile azione risarcitoria a qualsiasi titolo ivi compreso il marciapiede che passerà di proprietà comunale.

L’intero comparto del Burchio è di 34 ettari. La parte che verrà interessata da una edificazione è pari a circa 7 ettari sul totale dei 34 ettari. E in quei 7 ettari l’indice fondario è pari allo 0,45. Quindi è lo 0,4 del territorio comunale e non il 2%. Questa è la verità. Quanto affermato da qualcuno è, come spesso, bugia. Poiché dubito che non si sappia fare due conti semplici, sono portata a credere che si vogliano dare i numeri…per fare disinformazione.

Riccardo

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