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“Quella con le scarpe Rosse” : il Trio Acustico Femminile Portorecanatese

“Quella con le scarpe Rosse” : il Trio Acustico Femminile Portorecanatese

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“Quella con le scarpe rosse è bona!”
Lo ululavano, nell’estate del ’96, vere e proprie squadriglie di ragazzetti in preda alle loro problematiche tempeste ormonali, ogni volta che incrociavano “le femmine” a passeggio sul lungomare, pure loro aggregate in mucchietti che parevano mazzetti di fiorellini timidi.

Guai a quella che si guardava le scarpe per sbaglio! Gli sfottò erano assicurati.
Quella che invece le scarpe rosse se le comprava lo stesso era di certo una ragazzina sfacciata e provocatrice.

Una quindicina di anni dopo, nel 2013, l’artista Elina Chauvet porta per le strade messicane Zapatos Rojos, un’ installazione composta di centinaia di scarpe rosse sistemate nelle vie, vicino ai monumenti, nelle piazze: un corteo di donne assenti, cancellate dalla violenza maschile. Donne di cui rimangono solo le scarpe.

Pochi mesi più tardi, in un pomeriggio d’ottobre del 2014, Valentina Lucchetti si arrovellava il cervello per portare alla gente, in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza di genere, un’immagine di donna presente, cosciente, pungente, affatto incline al vittimismo.

‘Con l’associazione “OverTime” stiamo cercando di organizzare qualcosa che non sia prettamente triste, cioè che metta più in risalto la forza e la bellezza che la debolezza delle donne’, scriveva in chat alle sue amiche cantanti: questa idea di vitalità non poteva non essere espressa che attraverso la musica.

Alla proposta rispondono senza esitazioni Claudia Giaccaglia (voce) e Valentina Nardi (voce e chitarra).

Nel giro di qualche giorno, grazie alle singole esperienze pregresse e ad una buona dose di impegno, l’affiatamento supera ogni aspettativa: in poche settimane il “female acoustic trio” è sul palco in corso Matteotti con più di venti brani in scaletta, cercando di dare un senso ad un evento intitolato “Ti amo da Vivere”.

La risposta entusiasta del pubblico, il feeling immediato e il gusto per le armonizzazioni vocali, segnano l’atto di nascita di quello che diventerà un vero e proprio progetto musicale in continua evoluzione.

Quel nome provvisorio lo mantengono caparbiamente -nonostante le inevitabili storpiature (“Scarpette Rosse”, “Quelle dalle scarpette rosse”, “Quella con la scarpa rossa”…)- perché, a conti fatti, il voler impersonare Quella con le Scarpe Rosse è sempre stato un atto provocatorio, fin dall’adolescenza.

Quello che era un repertorio quasi esclusivamente cantautoriale, prende a poco a poco la strada dello swing e del rock’n’roll; entra in gioco la “divisa”, ovvero una mise squisitamente retrò; gli arrangiamenti e le armonizzazioni vocali si fanno più ricchi e complessi, spesso poliritmici, tanto che diventa necessario scriverli su pentagramma.

Sul palco Vale, Vale e Cla parodiano l’atteggiamento tipico di epoche in cui l’emancipazione femminile era ancora taboo e, tra un brano e l’altro, alludono sarcasticamente a temi scottanti, si congratulano con la signora che ha cacciato di casa il caro e vecchio Jack (Hit the road Jack!), si stupiscono che, una tantum, non sia “la Pinguina” a lasciarci le penne, intimano di non calpestare le loro scarpe rosse (‘Don’t you step on my “red red” shoes!’), raccontano se stesse e il loro legame ironizzando l’una sui punti deboli dell’altra, giocano coi doppi sensi ma soprattutto con il pubblico.

Di Quella con le Scarpe Rosse si rumoreggia: le date aumentano di mese in mese senza il minimo bisogno di fare promozione. Si esibiscono ripetutamente nei più noti locali per concerti marchigiani e in numerosi festival. Uno dei loro principali motivi di vanto è l’aver calcato per ben due volte le tavole delle Muse di Ancona.