Sabrina Montali rinuncia a candidarsi. Ecco il perchè
Ho deciso, con molto rammarico, di non presentare la mia candidatura alle prossime elezioni comunali di Porto Recanati. Poiché, però, credo nel mio progetto per la città e ci credono ancora molti cittadini, voglio spiegare perché sono costretta a rinunciare, abbandonando una prospettiva politica che ritengo necessaria per fermarne il declino della mia città.Montali fascia alta
E’ mia precisa convinzione che ognuno di noi, vivendo in una comunità organizzata ad ogni livello, abbia il diritto ed il dovere di partecipare alla vita pubblica portandovi il proprio impegno personale e le proprie idee. Sono altrettanto convinta che una ampia partecipazione possa consentire il necessario confronto delle opinioni politiche e che possa assicurare un rapporto corretto tra amministratori ed amministrati.
Purtroppo, però, come è sotto gli occhi di tutti, viviamo tempi difficili sotto questo profilo e registriamo da tempo un distacco crescente tra la gente ed il ceto politico; che appare ormai sempre meno attento al bene comune e sempre più interessato alla propria carriera politica ed ai benefici che ne derivano. Un ceto, quindi, sensibile all’intreccio perverso tra politica ed affari, perché il potere economico punta a realizzare i propri guadagni contando su amministratori che li favoriscano per perpetuare la propria carriera ed, in certi casi addirittura, per arricchirsi. Porto Recanati è un esempio di questa situazione, direi, quasi emblematico ed io ne ho portato sulle spalle il peso intollerabile per un anno, armata solo di coerenza, trasparenza, onestà e determinazione, contro cui è stato aizzato e scatenato tutto ciò che di prezzolato c’è in una comunità. Anche oggi che il Consiglio di Stato ha certificato le mie scelte, restituendo alla città il suo territorio libero da cementificazioni pregiudizievoli.
Pertanto la mia rinuncia dipende dal fatto che, in questo momento ed in questo contesto, non c’è spazio per la buona politica. I porto recanatesi sono frastornati e si trovano a dover capire chi, nel brulicare di liste e di candidati sindaci, può lavorare per il bene della città; finendo per mettere insieme, in un giudizio negativo, tutti coloro che si propongono o, addirittura, per votare chi promette di più. Io mi rifiuto di essere coinvolta in un giudizio complessivo che considera tutti i candidati assetati di potere ed in cerca della poltrona.
Dipende, poi, anche dal fatto che, pur ritenendo che la politica è un servizio per i cittadini e quindi un sacrificio per chi la pratica onestamente e disinteressatamente, non ritengo che possa diventare – come dimostra la mia esperienza di un anno da sindaco – una vita d’inferno dove si rischia la propria dignità, attaccata da chi innesca il discredito mediante notizie tendenziose o manipolate che, però, quando arrivano sulla stampa svolgono il proprio effetto perverso. Si tratta di una condizione nella quale ci si domanda, di fronte a soggetti per i quali “l’affare” da concludere è questione di vita o di morte, se non sia a rischio anche l’incolumità fisica. Ho preso la decisione della rinuncia anche per non dover imporre rischi di questo genere a chi avrebbe partecipato al percorso della candidatura.
Concludo dicendo che, però, la mia partecipazione alla vita sociale e politica non cesserà e che attraverso l’Associazione “Libertà e Giustizia” sarò presente nel confronto cittadino poiché, come dice il manifesto di L.& G., vogliamo essere il collegamento tra i migliori fermenti della società e lo spazio ufficiale della politica. Farò quindi da spina nel fianco nei confronti del malaffare e dei metodi mafiosi, che vanno banditi da Porto Recanati.