Spese Pazze alla Regione: la contentezza degli impiegati del comune, lo sconcerto dei cittadini

Gli articoli apparsi sui giornali locali sulle nuove assoluzioni nella inchiesta, “spese facili” e/o “spese pazze” alla Regione, ci forniscono poche notizie.
I giornalisti raccontano della contentezza degli imputati assolti, dei loro familiari e degli impiegati comunali che vedevano coinvolto nel giudizio il loro segretario generale.

Non raccontano della soddisfazione di noi cittadini, forse perché non immaginano che le notizie sulla adempiuta giustizia ci riguardano da vicino e ci interessano moltissimo. La gradita notizia però, ha subito dopo lasciato spazio alla contrarietà, alla amarezza, alla rabbia e alle tante domande che avrebbero dovuto sollevare i media, ma che non hanno fatto.

Chi ha promosso, nei confronti dei sessantasei personaggi della regione Marche, un’inchiesta che lasciava intendere azioni di appropriazione indebita rilevanti, ma che poi, almeno sino ad ora, sembrano si siano dissolte nel nulla?

Dei sessantasei imputati ben cinquantacinque sono stati prosciolti, cinque assolti con rito abbreviato. Tre, tra cui l’attuale segretario generale del comune di Porto Recanati, giudicati con rito ordinario, assolti perché i fatti non sussistono. Questi ultimi erano accusati di peculato per una cifra complessiva di 344 (trecentoquarantaquattro) euro.

Rimangono altri tre rinviati a giudizio che saranno giudicati il 14 settembre prossimo. Ora è impossibile non chiedersi e non rispondersi: tutto questo rumore per nulla, chi ha danneggiato? Ovviamente al buon nome della giustizia (giustizia nella quale molti ancora ripongono la loro fiducia) che sembra essersi persa in un’inchiesta irrilevante, se solo paragonata in termini economici a quella appropriazione indebita che mettono in atto, per interi anni, i furbetti del cartellino o meglio i ladri del cartellino. Sicuramente ha danneggiato i contribuenti, che dovranno pagare oltre le spese sostenute dal sistema giudiziario anche quelle, molto probabili, dovute quale risarcimento del danno d’immagine arrecato agli imputati.

Certamente ha arrecato danno alla Magistratura la cui immagine ne esce offuscata. Senza dubbio un danno è stato fatto agli imputati messi sulla graticola per cinque anni, e sulla quale molto di loro probabilmente vi rimarranno ancora per un bel po’, giacché che la Procura ha già impugnato le prime sentenze.

Tutto questo rumore per nulla, durato cinque anni, a cosa e a chi è servito? Per riempire pagine e pagine d’inchiostro per vendere più giornali? Per procurare lavoro agli avvocati? Per erogare molto probabili risarcimenti per danno d’immagine? Per deviare la Magistratura da inchieste scottanti? Per dimostrare che le accuse ai politici per lo più sono infondate? Per rappresentare una certa classe politica come ancora affidabile? Se qualcuno effettivamente avesse agito per scopi di cui agli interrogativi vorrebbe dire che giustizia è ancora da fare.

Considerata l’apparente, ma non troppo, anomalia di questa inchiesta e la conclusione verso cui si sta avviando, non sarebbe il caso di vederci chiaro? Come possono essere state definite “spese pazze” o “spese facili in Regione” quando le cifre cui si riferisce l’appropriazione sono irrisorie? Soprattutto come può essere stato preso dai magistrati un abbaglio tale che ha permesso ai giudici di decretare la non sussistenza dei fatti?

E’ più che evidente a tutti, e quanto su esposto caso mai ce ne fosse bisogno è una nuova conferma, che la giustizia non funziona e deve essere riformata quanto prima, se vogliamo che questo Paese riparta. La stampa “libera” non è per niente libera, in questo momento non svolge quella funzione di vigilanza, obiettività e stimolo, importantissimi e necessari per la formazione di una condivisa coscienza comune.

5 Stelle Porto Recanati

Profilo Ufficiale del Movimento 5 Stelle Porto Recanati con capogruppo: Sauro Pigini